Non è un Bologna per vecchi. Khedira il primo, poi Ibra,. Hummels e adesso Dzeko. Ma Saputo non si fa tentare

Il bosniaco ex Roma è l’ultima di una serie di suggestioni accostate ai rossoblù. In passato anche Balotelli, Ilicic e Bernardeschi. Spesso decisivi gli allenatori.

di MASSIMO VITALI
4 giugno 2025
Il bosniaco ex Roma è l’ultima di una serie di suggestioni accostate ai rossoblù. In passato anche Balotelli, Ilicic e Bernardeschi. Spesso decisivi gli allenatori.

Il bosniaco ex Roma è l’ultima di una serie di suggestioni accostate ai rossoblù. In passato anche Balotelli, Ilicic e Bernardeschi. Spesso decisivi gli allenatori.

Tu chiamale, se vuoi, suggestioni. Legittime, non foss’altro perché non c’è nulla di più immaginifico, e spesso dolcemente seduttivo, del calciomercato. Veniamo subito al punto: è vero che Edin Dzeko, ai titoli di coda della sua avventura al Fenerbahce, è nei piani del Bologna? Ad oggi no. Di vero c’è solo che l’agente ha bussato anche all’uscio di Casteldebole per far conoscere il voglino del suo assistito di tornare, a 39 anni, sul palcoscenico della serie A. Ergo non è fantascienza: è un briciolo di verità che si fa idea, o quantomeno fascinazione.

Da Khedira a Ibrahimovic, passando per Balotelli, Ilicic, Bernardeschi e Hummels, sono state parecchie le sessioni di mercato degli ultimi dieci anni agitate dai fantasmi di grandi nomi che al momento di celebrare le nozze si sono fatti di nebbia. Sami Khedira, campione del mondo con la Germania al Mondiale brasiliano, nella primavera del 2015 era in scadenza di contratto col Real Madrid. Quello era un Bologna ancora confinato nel purgatorio della B, che duellava con Latina, Virtus Lanciano, Pro Vercelli e Virtus Entella: però con Saputo c’era voglia di sognare. Risultato: a giugno il Bologna tornò in A, ma Khedira prese la strada della Juve.

Come sogno apparve decisamente più realizzabile quello di vestire di rossoblù, nell’estate 2016, Mario Balotelli. SuperMario era reduce da un viaggio infruttuoso in Premier League col Liverpool, con annessa seconda parte di stagione, altrettanto intrisa di delusione, al Milan. Quando sotto le Due Torri si sparse la voce perfino il taciturno Joey si sentì in dovere di lasciarsi sfuggire una precisazione: "Balotelli deve avere un senso per la squadra, non sarebbe solo un’operazione di marketing". Finì che SuperMario un senso lo trovò al Nizza.

E’ ormai letteratura l’infatuazione di Mihajlovic per l’amico Ibrahimovic. A fine 2019 Ibra aveva chiuso la sua esperienza ai Los Angeles Galaxy e Sinisa lo chiamò promettendo di consegnargli le chiavi del Bologna. "Per Sinisa sarei venuto anche gratis", disse poi Zlatan una volta firmato il contratto che lo riportava al Milan.

Nell’estate 2022 il tormentone ebbe le sembianze di Josip Ilicic, pensiero sottotraccia di un Sartori appena nominato responsabile del mercato rossoblù. Lo sloveno, già sondato da Corvino all’alba dell’era Saputo, si richiuse nel pensatoio e alla fine scelse la strada di casa, ovvero il Maribor, da cui si è congedato, a 36 anni, appena qualche giorno fa. Estate 2023, chiedere a Motta quanto gradisse l’idea di abbracciare Federico Bernardeschi, desideroso di rientrare in Italia dal suo viaggio in Major League Soccer con la maglia del Toronto? Meno di zero. E alla fine la spuntò Thiago.

Italiano invece a Mats Hummels un’estate fa aveva quasi fatto la bocca, prima che dopo un’estenuante fase di tentennamenti l’ex Borussia Dortmund scelse (e mal gliene incolse) la Roma. Unica suggestione che si è fatta realtà è stato l’ingaggio, nel 2021, del trentaduenne Arnautovic, anche lui corteggiato a lungo da Walter Sabatini. Quattro anni prima, nel 2017, con un blitz era sbarcato a Casteldebole il trentacinquenne Rodrigo Palacio. Lo pretese Roberto Donadoni, choccato dall’eliminazione al primo turno in Coppa Italia per mano del Cittadella. Altro che suggestione: quella fu vera gloria.

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